Sei un'azienda e vuoi inviarmi gratuitamente "campioni" di prodotti adatti agli hobby per recensirli? Questa è la mia email scarabocchiando62@gmail.com

la cartapesta che salvò l'arte e le vite: Lecce.

 

La cartapesta che salvò l’arte (e le vite): Lecce, 1943

Durante la Seconda guerra mondiale, nell’estate del 1943, l’Italia meridionale era sotto bombardamenti continui. 

Lecce, nel cuore del Salento, era allora un importante snodo logistico per l’esercito italiano e, quindi, un bersaglio. 

Ma Lecce era anche famosa per un’arte antica e delicata: la cartapesta leccese.

In città c’erano diversi maestri artigiani che da secoli realizzavano statue sacre, presepi, maschere e decorazioni religiose, tutte modellate con semplice carta straccia, colla di farina e fili di ferro. 

Materiali poveri, ma che nelle mani di questi artisti diventavano opere d’arte di sorprendente espressività.

Quando cominciarono i bombardamenti alleati, molte opere d’arte delle chiese salentine – statue lignee, reliquie, quadri antichi – rischiavano la distruzione. 

Fu allora che alcuni artigiani della cartapesta ebbero un’idea tanto semplice quanto geniale: realizzare repliche in cartapesta delle statue e nascondere gli originali.

In una piccola bottega nei pressi della Basilica di Santa Croce, il maestro Luigi Guacci e il suo apprendista, Michele Trono, lavorarono giorno e notte per riprodurre una statua seicentesca della Madonna, destinata a essere colpita nei raid. 

Usando tecniche tramandate da generazioni, crearono una copia quasi perfetta in cartapesta, leggera ma dettagliatissima. 

L’originale venne poi nascosto nel sotterraneo di un convento di clausura, mentre la copia rimase esposta nella chiesa.

Quando la chiesa fu effettivamente colpita da una bomba nel settembre del 1943, la statua andò distrutta… ma era la copia. 

L’originale fu salvata.

Il gesto si diffuse: in poche settimane, diversi laboratori di cartapestai in città si trasformarono in “laboratori della resistenza artistica”. 

Con la scusa di produrre statue nuove per le processioni, molti artigiani crearono copie di decine di opere religiose e civili, permettendo di salvare i pezzi originali, che furono nascosti in cripte, pozzi, cantine e perfino sotto i letti delle suore.

Dopo la guerra, molte delle opere originali tornarono al loro posto. 

Gli artigiani non cercarono gloria: per loro era stato solo un gesto naturale, quasi un dovere verso la bellezza e la memoria.


Altra Curiosità:

  • Alcune di quelle copie in cartapesta sono ancora conservate nei musei di Lecce, e a volte sono così ben fatte che si confondono con gli originali.

  • Il laboratorio della famiglia Guacci è ancora attivo oggi, e la storia è stata tramandata oralmente come “il tempo in cui la cartapesta salvò l’anima di Lecce”.




Nessun commento:

Posta un commento